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mercoledì 27 febbraio 2008

Dal balcone di Vico II S.Maria Avvocata,a Foria, n. 56, in Napoli(estate 1971)

Seconda parte
La padrona del basso, per rendere più accogliente il "salotto" ai suoi ospiti, provvede a pulirlo con una scopa liberandolo così da ogni sorta di rifiuti che vi si erano raccolti fino a quel momento ( buttare i rifiuti fuori dal basso rappresenta il modo più sbrigativo per liberarsi degli stessi) ,accantonandoli infine da una parte.
Adesso il "salotto" è pronto per potervi eseguire più degnamente il rito collettivo del caffè: infatti, poco dopo aver effettuato la pulizia dinanzi al basso, la padrona di casa vi entra per prendere il caffè da offrire ai suoi ospiti e che era stato precedentemente preparato con una moderna Moka ( è da tempo ormai che l'uso della tradizionale caffettiera napoletana è stato pressochè abbandonato).
Si scorgono da una minuscola finestra sovrastante il vicolo due mani nervose che guidano una corda, all'estremità della quale è annodato un cestino di vimini che una persona sottostante provvede a riempire e che tosto risale per essere inghiottito dalla finestrella che l'aveva partorito.
Toh!Una donna con disinvoltura, ma con seria applicazione, regge sul grembo un bambino che dietro allettante invito comincia a fare la pipì per terra, incoraggiato dai presenti.
Ad un tratto s'ode un urlo. E' quello di una donna rimasta atterrita alla vista di un topo dalle dimensioni di un gatto, poi rifugiatosi in un basso.
Allora, come per un'intesa precedentemente raggiunta, tutti corrono ad armarsi di bastoni, qualche martello, scope: tutto ciò insomma che possa offendere mortalmente la malcapitata bestia.
Si vede quindi un esiguo e disgraziato esercito di persone che richiamano alla memoria l'armata Brancaleone.
Un uomo enorme dalle braccia volgarmente tatuate ( deve essere stato ospite delle patrie galere per un bel pò) , armato di un grosso e nodoso bastone di legno, entra per primo nel basso ove si era nascosto il topone e ,vociando e battendo sul pavimento del basso il bastone, si adopera per stanare l'ospite non gradito.
Tutti gli altri a seguirlo con circospezione.
Tutto a un tratto però la bestia riesce a fuggire dal basso che, ingrato, l'aveva accolto in precedenza , poi divenuto complice dei suoi inseguitori.
Ma è facile per essa aprirsi un varco fra le gambe inpaurite dello sventurato esercito e trovare scampo nella vicina fogna sottostante la pavimentazione basaltica del vicolo, attraverso la fenditura da cui era uscita.
Dopodichè tutti corrono a sotterrare la propria "ascia di guerra", commentando l'accaduto.

(Continua)

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